Le piccanti


Ascolta l'audio


Molte piante producono principi attivi irritanti, così da essere meno appetibili per gli erbivori. Ma alcune di queste sostanze (i prodotti del metabolismo secondario) si rivelano benefiche per l'organismo se assunte in piccole quantità.

Il peperoncino (Capsicum annuum) era conosciuto in Messico già nel 5000 a.C. ed è stato diffuso in qualsiasi paese a clima temperato, in Africa, Asia e aree mediterranee. Ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, dimagranti, nutritive e afrodisiache, migliora la circolazione sanguigna (riducendo la caduta dei capelli), combatte il colesterolo, allevia i reumatismi e favorisce la digestione. La sostanza che gli dà il gusto piccante è la capsaicina.
Per alleviare il bruciore al palato, l’acqua non funziona, meglio yogurt, latte o pane e olio. Gli uccelli non sono sensibili all’effetto piccante.

Delle bacche di pepe (Piper nigrum) è ben noto l'effetto irritante. Meno noti sono il contenuto elevato di sali minerali e l'effetto aperitivo delle bacche, che derivano da una liana rampicante, domesticata nel Malabar, in India. Era la spezia più trasportata negli scambi iniziati nel Medio Evo tra oriente e occidente.