La specie è originaria dell’altopiano etiopico. I veneziani tra il XVI e il XVII secolo la importarono in Europa e ne decretarono la fortuna. Oggi la sua importanza commerciale è enorme. Le coltivazioni sono ovunque il clima tropicale lo permetta e il Brasile produce 1/3 del fabbisogno mondiale. La grande popolarità si deve al gusto e agli effetti stimolanti del caffè. Questi sono dovuti alla caffeina, un alcaloide con proprietà eccitanti sul sistema nervoso centrale: stimola veglia, concentrazione e attenzione, aumenta il battito cardiaco e l’afflusso di sangue ai muscoli, migliorandone la reattività. Aumenta la secrezione gastrica, favorisce diuresi e ritenzione idrica.Questo principio attivo (o “droga”) crea però dipendenza e un consumo eccessivo può portare a insonnia, nervosismo, irritabilità, palpitazioni, emicrania e disturbi gastrointestinali.La bevanda si ottiene dai semi tostati, che si trovano appaiati all’interno delle drupe rosse. Diverse sono le specie di caffè diffuse, ma solo quattro hanno un posto di rilievo nel commercio: C. arabica, C. robusta, C. liberica, C. excelsa.
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