La vite è un rampicante legnoso e deciduo con grappoli di fiori ermafroditi che, dopo l’impollinazione, danno origine agli acini, i frutti carnosi appetiti dall’uomo, dalle volpi, dagli uccelli che nutrendosene diffondono i semi. Poche piante come l’uva si intrecciano con la storia dell’uomo per motivi non solo alimentari, ma anche rituali, sociali, culturali. Pianta simbolo, paradigma della cura e della fruttuosità, è rappresentata come ornamento e monito, è descritta nei libri identitari e accompagna le civiltà del Mediterraneo e del Vicino Oriente. Ciò si deve al suo prodotto principe, il vino, tutt’altro che un semplice succo di frutta, la cui fortuna è dimostrata negli esercizi commerciali ove gli spazi per il succo d’uva sono ben poca cosa rispetto a quelli dei vini. Il vino è nei luoghi di socialità diffusa, come bar, enoteche, trattorie e ristoranti; bevanda ambita che da’ piacere, ebbrezza, ma che provoca anche costi sociali; dirime la politica di nazioni vicine, dalla libertà al divieto totale di utilizzo e commercio. L’origine della coltivazione è in Asia Minore (Vitis vinifera subsp. sylvestris). Diffusasi nel Mediterraneo con Egizi, Greci a Romani, ha in Georgia a ridosso del Caucaso un centro disgiunto di origine o differenziazione, particolarmente importante e ricco di vitigni. Migliaia sono le cultivar e oggi è importante anche in Australia, Argentina, Cile, Sudafrica, California.